venerdì 30 luglio 2010

Figlio del Lupo Grigio. Jason R. Forbus. de "Il meraviglioso mondo di Shangri-La"


Quella notte il vento sembrava ululare. Le capanne erano sul punto di cedere all’impeto delle raffiche da un momento all’altro. Violenti scrosci di pioggia si abbattevano sulla terra trasformandola in fango. Ilkreg pugno di roccia, lo sciamano della tribù, si prostrò al cospetto del Totem. La robusta colonna di legno raffigurava, a grosse linee, un lupo feroce e possente, uno dei molteplici aspetti del dio Uthgar. L’anziano sollevò le callose mani al cielo stellato e, gridando più forte che poteva: «Uthgar! Il cielo piange! Il vento si lamenta! I tuoi figli hanno fame!». Il venerabile sciamano si accasciò a terra, stremato. Ma i suoi sforzi erano stati vani, poiché il vento e la pioggia continuarono a spazzare la terra impietosi. «Uthgar non ci sente, il vento è troppo forte!» Costui era Torkenheim, figlio di Trulkaard e fiero capo della tribù del lupo grigio. L’uomo dagli occhi di ghiaccio, fra lo stupore degli altri guerrieri, si arrampicò sul totem e una volta in cima sollevò il pugno serrato e gridò: «Uthgar! Cento madri e cento figli sono morti quest’inverno! La selvaggina scarseggia e gli uomini di città ci combattono con il fuoco e la magia! Uthgar! Io non ti ho mai pregato e tu lo sai! Ma anche un uomo forte prega quando i suoi fratelli e le sue sorelle muoiono!». Un fulmine saettò dal cuore delle nubi, colpendo in pieno il totem. La forza dell’impatto scaraventò Torkenheim a qualche metro di distanza ma, inspiegabilmente, non lo ferì. Anche il totem era completamente intatto e, agli occhi spalancati degli uomini, parve che il lupo di legno ringhiasse nel vento. Una voce tonante allora si udì, una voce che umiliò la tempesta. «HO UDITO LE VOSTRE PREGHIERE, TORKENHEIM FIGLIO DI TRULKAARD. TEMPI DURI STANNO PER ARRIVARE E TUTTO IL NORD SOFFRIRÀ. MA IO VI DICO: SIATE DEI VERI LUPI GRIGI E CACCIATE QUANDO LA LUNA È PIENA. QUESTA NOTTE HO BENEDETTO UNA DONNA CON UN FIGLIO. EGLI SARÀ GRANDE.». Detto questo la voce scomparve ma anche la tormenta, goccia dopo goccia, soffio dopo soffio, diminuì di intensità. Lentamente, le nuvole si diradarono, rivelando un’enorme luna piena. Gli uomini sollevarono gli sguardi incantati verso il meraviglioso astro. Era un dono, od una maledizione? La pelle si coprì di folto pelame grigio; i volti si allungarono nei musi di lupi feroci; le membra si irrobustirono e dalle mani guizzarono degli affilati artigli. Un odore, fino ad allora impercettibile, giunse alle narici dei licantropi che proprio allora salutavano la luna: odore di carne. Il branco affamato corse a perdifiato nella notte, seguendo la scia invisibile che si faceva sempre più pungente. Dopo mezz’ora di marcia forzata, il branco si imbatté in una dozzina di renne: le creature erano stanche e ferite, una facile preda per i licantropi che non persero tempo a farle a pezzi. Tornati al villaggio, i lupi affidarono la selvaggina alle loro compagne. Bisognava vederle le lupe, mentre difendevano ad artigli tratti il cibo dall’ingordigia dei lupacchiotti. Quando la luna sprofondò al di là dell’orizzonte, la maledizione si spezzò cosicché uomini e donne tornarono alle loro sembianze originali. Un guaito di cucciolo salutò il giorno nascente. Proveniva dalla tenda di Egrid la guaritrice. Allora Torkenheim e Ilkreg, memori delle parole di Uthgar, accorsero a vedere. Entrando nella tenda i due uomini trovarono la giovane donna intenta ad allattare un neonato avvolto in un pellicciotto di lupo bianco e, ben sapendo che Egrid non aveva alcun uomo, Torkenheim il capo e Ilkreg lo sciamano si inchinarono al cospetto di colui che riconobbero come il figlio di Uthgar. Il fanciullo, forse, era la risposta del dio ai tempi duri predetti dalla profezia. Lo chiamarono Nokinair, che nella variante dell’illuskan parlata dai barbari uthgard vuole dire “figlio del lupo grigio”. Un giorno Nokinair avrebbe sconfitto i malvagi signori del nord e liberato la terra dalla tirannia. Un giorno il potente guerriero avrebbe condotto il suo popolo a sud, verso grandi conquiste, e fondato l’immenso Impero di Gundfang. A lungo i bardi narrarono l’epopea del Fiero Signore. Ma con lo scorrere inesorabile delle ere, anche le sue gesta sono state dimenticate e tutto ciò che è rimasto è la storia di un uomo che sfidò il mondo intero… e vinse.

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