venerdì 30 luglio 2010

La leggenda di Fenrir, il Lupo incatenato. de "Il meraviglioso mondo di Shangri-La"


Quando gli Dei seppero che Fenrir veniva allevato assieme a Hel e il Miðgarðsormr nella Jötunheimr, la terra dei giganti, decisero di farli portare al loro cospetto perché Odino decidesse cosa farne: le profezie dicevano che da simili creature non sarebbero venute che disgrazie. Mentre Hel fu inviata a regnare negli inferi, e il Miðgarðsormr inabissato sul fondo dell'oceano, non sapendo che fare con Fenrir, gli Dei lo tennero presso di loro. Ora, il Lupo cresceva sempre più, sia in ferocia che dimensioni, tanto che solo il dio Týr osava dargli da mangiare. Fu quindi presa la decisione di incatenarlo, ma l'impresa non sembrava facile. Gli Dei prepararono una catena, e proposero al lupo di farsi legare per misurare la sua forza nel tentativo di romperla. Ma Fenrir la spezzò con facilità, e lo stesso avvenne con una seconda catena più robusta. Nel frattempo Fenrir continuava a crescere. Allora gli Dei mandarono Skìrnir, servitore di Freyr, nello Svartálfaheimr, il regno degli elfi scuri, perché chiedesse a certi nani di preparare una catena magica. La catena magica, chiamata Gleipnir, fu costruita con questi elementi: rumore del passo del gatto, barba di donna, radici di montagna, tendini d'orso, respiro di pesce, saliva di uccello. Alla vista e al tatto sembrava un nastro di seta, ma in realtà nessuno avrebbe potuto spezzarla. Gli Dei andarono quindi su un'isola di nome Lyngvi e lì convocarono Fenrir. Ma il Lupo, al vedere quella catena dall'aspetto tanto fragile, si fece sospettoso, perché temeva qualche incantesimo o un inganno. Dopo una discussione, si convenne che Fenrir sarebbe stato legato con Gleipnir, ma il dio Týr avrebbe dovuto porre la sua mano tra le fauci della bestia, come garanzia. Týr, pur sapendo che così la sua mano sarebbe stata quasi sicuramente sacrificata, accettò. Ed effettivamente Fenrir, nonostante impegnasse tutta la sua tremenda forza, non riuscì a liberarsi dalla catena magica, tanto che tutti gli Dei scoppiarono a ridere, ad eccezione di Týr, cui Fenrir mozzò all'istante la mano, non appena si rese conto di essere stato sconfitto. Fu quindi presa l'estremità della catena e fissata al suolo con due massi. Durante questa operazione Fenrir tentò a più riprese di azzannare i suoi carcerieri, tanto che gli infilarono una spada tra le due mascelle, in modo che non riuscì più a chiuderle. Da allora Fenrir rimane incatenato sull'isola, e così dovrà rimanere sino alla fine del mondo. Folle di rabbia, il grande Lupo ulula e sbava, tanto che dalla sua saliva si è formato un fiume, di nome Ván (letteralmente "attesa"). Fenrir sarà liberato dalle sue catene durante il Ragnarök, la fine del mondo. Il Lupo, nuovamente libero, attaccherà gli Dèi, assieme alla altre forze del disordine e dell'oscurità e riuscirà a divorare Odino, il padre di tutti gli Dei nordici.

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