mercoledì 28 luglio 2010

Il Lupo e la Sacerdotessa. de "Il meraviglioso mondo di Shangri-La"


Spoglia delle carnali vesti, le porte della secolare foresta varco, antica dimora di spiriti e di animali. Corro veloce sotto le rade chiome nere, mentre gli effimeri raggi della luna bagnano la mia pelle nuda. Dal resto degli uomini fuggo e mi rifugio nella foresta incantata, mentre dentro di me arde il primordiale fuoco. Nel buio danzo con le fiamme, protetta dal gelido sguardo del custode della mia anima. L'eco del tuo ululato, fratello mio, durante la notte, scaccia i morbosi occhi che ti guardano con curiosità. Domande, pregiudizi, la falsa morale sotto il tuo feroce morso svaniscono. Nell'alba piano piano s'incendia la notte ed evapora la foresta al risveglio. Io, Sacerdotessa dell'Atavica Religione, la lunga via percorro, insieme a te, mio fidato amico, mentre le ormai fredde rocce sento sotto i piedi scalzi. Alla radura non c'è nessun incantesimo da fare, nessuna pozione, nessuna preghiera, qui non c'è redenzione e perdono, solo un riparo dal freddo vento che, come un salice, mi scuote. Nel cerchio tracciato, ho acceso un fuoco con i sacri legni, ho segnato il sacro confine, e, con te come protettore, mi distendo a terra, ispiro forte, preparandomi al viaggio fra i due mondi.

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