sabato 11 settembre 2010

L'origine della Morte. de "Il meraviglioso mondo di Shangri-La"

Una leggenda del popolo Malinke del Mali ci racconta perché il destino di ogni uomo sia quello di morire.


...Una volta la morte non c'era e nessuno se ne stupiva. Non ce n'era proprio bisogno e quando la gente era diventata troppo vecchia e stufa di vivere, saliva in cielo senza morire. Ma come facevano?, direte voi curiosi mortali. È molto semplice: quando la morte non c'era, gli uomini si arrampicavano in alto, oltre le nuvole, afferrandosi a una corda di ferro che penzolava dal cielo. Non so chi l'avesse messa lì, ma dicono che ci fosse da sempre. In quei tempi, le notti erano buie come il carbone perché la luna non esisteva: ma non era un problema perché nessuno aveva paura del buio. Questa è arrivata dopo che la morte è comparsa tra gli uomini. In quei tempi viveva Toure, un fabbro assai bravo nel proprio mestiere. Ma il fabbro aveva un problema: non aveva nemmeno un figlio maschio, ma solo tre figlie femmine che gli volevano un mucchio di bene. Dov'è il problema?, direte voi. Il problema di Toure era che doveva lavorare da solo, perché il lavoro del fabbro non è una cosa da donne. L'uomo attendeva, pieno di speranza la nascita di figli maschi che lo avrebbero aiutato: ma questi non arrivavano mai. Le cose andavano avanti così da molto tempo e Toure era sempre più infelice e ingobbito dalla fatica. Un brutto giorno, molto brutto per noi, il fabbro divenne rovente dalla rabbia perché un pezzo di ferro incandescente gli era piombato sul piede. Era la goccia che fece traboccare il vaso. Toure lanciò un urlo e disse: “Basta! Me ne vado! Trovatevene un altro! Io ho finito per sempre!!”. Così detto balzò sulla corda e in un battibaleno scomparve dalla vista degli uomini della sua tribù. Allora le figlie gli corse dietro: “Babbo, Babbo! Non lasciarci sole! Vogliamo stare sempre con te!”. E Toure rispose da oltre le nuvole: “D'accordo, salite pure. Ma portatevi dietro la corda con voi, perché non voglio altri rompiscatole in questo posto tranquillo, senza più contadini che vogliono le zappe e senza più cacciatori che chiedono lance e frecce!”. Le tre figlie si arrampicarono con la velocità delle scimmie e, giunte sulla cima delle nuvole, si tirarono dietro la fune. Insieme con questa scomparve l'unico legame tra la terra e il cielo che permetteva agli uomini di lasciare questo mondo senza morire. Da allora, gli uomini troppo vecchi e stanchi della vita, per lasciarci e andare in cielo, devono attendere la morte. Da allora, gli uomini vedono la luna che sale rossa in cielo: è il ferro che il fabbro sta lavorando. E quando l'ha arroventata ben bene, la luna diventa bianca e incandescente e aiuta gli uomini a vincere la paura della notte... Ma avete visto quelle tre piccole stelline brillanti, che danzano intorno alla luna gialla? Sono le tre figlie che non hanno mai voluto abbandonare il proprio padre, e che si avvicinano cantando dopo che Toure ha terminato di fondere la luna.

“Uomini africani” di Mauro Burzio Editrice Velar Gorle, 2001

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