martedì 10 agosto 2010

Che fine ha fatto il Lupo di Gubbio? di Franca Maria Bagnoli de "Il meraviglioso mondo di Shangri-la"


La storia la sapete tutti. Il Lupo cattivo fu ammansito da S. Francesco e promise di non aggredire più nessuno. Se ne tornò ai suoi boschi, vivendo di caccia. Ma venne l'inverno e il Lupo si ritrovò affamato. Scese a Gubbio e bussò alla prima porta che trovò. Gli abitanti di Gubbio si erano impegnati ad assicurargli cibo e rifugio in caso di necessità. Non ricordo se nel racconto si parla di questo patto, ma, secondo me, le cose andarono proprio così. Infatti la porta si aprì e una gentile signora fece entrare il Lupo, lo fece accovacciare davanti al caminetto acceso e gli mise davanti una grossa ciotola di pasta e fagioli. Il Lupo l'annusò e quello che il suo naso sentì non gli piacque per niente. Ma la fame è la fame. Trangugiò tutto e si addormentò. Un bimbetto di due anni entrò in cucina, vide il Lupo addormentato e, non sapendo niente della sua storia, lo scambiò per un cane. Gli si avvicinò e gli fece una carezza sul muso. Il Lupo si svegliò di soprassalto e quello che vide davanti a sé fu un tenero bocconcino che poteva compensare la pasta e fagioli. "Benedetto Francesco!... I patti sono patti.", sospirò e chiuse gli occhi, sperando di riaddormentarsi. Ma il bambino aveva voglia di giocare: afferrò la coda del Lupo e la tirò con tutta la sua forza. Il Lupo s'infuriò. Il bambino lo aveva offeso nella sua dignità. "Questo non era nei patti!", pensò. E si mise a rovesciare pentole, casseruole, posate e tutto quello che riuscivano ad afferrare le sue zampe, calcolando bene che non andassero a colpire il bambino perché "I patti sono patti!". Il bambino rideva, rideva, divertendosi un mondo a veder volare, come per magia, tutti quegli oggetti. Il Lupo era sempre più infuriato e, non potendo fare altro, emise un lungo ululato. "Bono, Bono...", disse il bambino. "Hai bua?".Gli si avvicinò, prese una zampa nelle manine e la baciò. "Mo passa bua...", e continuò ad accarezzare la zampa del Lupo. Questo si intenerì. I bambini e gli animali trovano sempre un accordo. In quel momento entrò la mamma del bambino e, vedendo il bel quadretto, disse: "Bene, bene! Vedo che avete fatto amicizia.". Ma il piccolo Marco aveva un'altra idea. Si arrampicò su una sedia, mentre la mamma saliva alle stanze superiori e staccò da un gancio un guinzaglio di un vecchio cane ormai sepolto nell'orto. Con un po' di fatica mise il guinzaglio al Lupo che, al colmo della disperazione, pensava: "Ah, Francesco, Francesco! Mi è costato caro il patto. Ma dove sei? Perché non vieni a vedere come sono ridotto?". Però cominciava ad affezionarsi a Marco e si rassegnò ad assecondarlo. E così, tra ciotole di pasta e fagioli, qualche rara volta polposi ossi, passeggiate al guinzaglio con Marco, passò tutto l'inverno. Ai primi tiepidi raggi di sole primaverile, il lupo infilò la porta e corse verso i suoi monti. Per un bel pò di tempo sentì il pianto disperato di Marco. "Ciao, bello!", pensò, "Ci vediamo il prossimo inverno".
Questa è la fine che fece il lupo di Gubbio: per due stagioni libero e fiero lupo e, per altre due, docile e affezionato amico di Marco.
Che sia nato così il cane-lupo?

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