domenica 29 agosto 2010

Il Lupo Mannaro. de "Il meraviglioso mondo di Shangri-La"


La parola werewolf (lupo mannaro) è una combinazione del vecchio termine sassone "wer" (che significa uomo) e "wolf" (che significa lupo). A sua volta “wer” è legato al termine latino "vir" da cui discende "virile". Licantropo e licantropia derivano dal greco, Lycos (che significa lupo) e anthropos (essere umano). Licantropia è anche il termine medico che indica la capacità di trasformarsi in un lupo. Lycaon, nella mitologia greca era il re di Arcadia, ebbe da molte mogli 50 figli ed una figlia, Callisto. Qualcuno asserisce egli fosse crudele, altri, che fosse un uomo buono ma esasperato dal cattivo comportamento dei figli. In ogni caso Zeus visita l'Arcadia. Lycaon (o uno dei suoi figli) sacrificò un ragazzo in suo onore, questo fu inaccettabile per Zeus e lo trasformò in un lupo (così come anche i suoi figli). Il lupo vive nella foresta, simbolo del mondo demoniaco fuori dal controllo della civilizzazione umana, è l’antagonista per eccellenza, il nemico pubblico numero uno. Deve essere addomesticato, deve essere convertito! Il lupo si ribella nei confronti della città, dell’esistenza sedentaria, del ricorso quotidiano all’inganno. Rimane selvaggio. Rappresenta le forze elementari allo stato bruto, dominarlo equivale a quanto lo spirito fa per governare il mondo. In occidente esistono miriadi di racconti cristiani che oppongono i santi ai Lupi o, se vogliamo, a serpenti e draghi, simboli tuttavia residui delle religioni precristiane. E' facile assumere che i fuori legge nell'antichità specie se spietati e feroci venissero associati ai Lupi, selvaggi, bestiali e incivili come risultato. Lo statuto anglo-normanno, per esempio, riferiva che il bandito sarebbe stato imprigionato come Lupo e dichiarato “testa di Lupo”. Il codice dei Franchi usa il termine "wargus sit" per i profanatori di tombe. Il termine Warg inglese a sua volta deriva dalle lingue indo-europee e ha il significato di "strangolare", in tedesco è “wargaz”. La condanna con un tale appellativo identificava il criminale come Lupo e lo condannava allo strangolamento. Il "warg" a questo punto è il criminale, lo strangolatore che merita a sua volta di essere strangolato. L'appellativo accusatorio di warg per i profanatori di tombe era anche usato dal codice di Henry I d'Inghilterra. Testi medioevali scandinavi inoltre applicano il termine "vargr" per coloro che si macchiano di assassinio usando metodi vili e i bestemmiatori. Altri significati furono attribuiti al termine in questione, ma in linea di massima "warg" è il bandito, colui tramutatosi letteralmente in Lupo agli occhi dei suoi inseguitori e un warg diventa ciò per cui è cacciato, per assassinio o bestemmia o essere perseguitato per ciò che è già, un profanatore di tombe. Il metodo tradizionale per liberarsi di un bandito era l'impiccagione, minima variazione dello strangolamento. Questa era la prescritta via del sacrificio ad Odino. Come si legge nel Poema Grimnismal "La casa di Odino è facile da riconoscere, un Wargr è impiccato prima della porta ad ovest". Odino è ricordato anche come "Hangaguth" il re degli impiccati e in inglese antico la forca è l'albero dell'impiccagione. La terra dei morti ha a guardia una creatura canina o lupina e si giunse a questa terra attraversando sempre dell'acqua. Gli uomini colpevoli divengono warg o Lupi mannari (werewolves) e anche i cani o i Lupi a guardia della strada sono essi stessi dei warg. In altri scritti si accenna alla figura del "howling dog", che identifica il fuoco e da qui il riferimento alla pira funeraria in uso nei paesi del nord nell'antichità si richiama alle fiamme che circondano e separano dal resto del mondo la terra dei morti. Secondo un orientamento simbolico l’inverno corrisponde al Nord, la primavera all’Est, l’estate al Sud e l’autunno all’ovest. Il Grimnismal, descrivendo il Walhalla dice: “Un Lupo davanti alla porta si rivolge all’ovest, un’aquila di sopra s’abbassa”. Il Lupo si rivolge all’ovest… come se ne fosse a guardia. Effettivamente è a partire dall’ovest che comincia il suo dominio, vale a dire dalla stagione autunnale, quando il mondo inizia a dissolversi. In quel momento il Lupo gigantesco spalanca le fauci digrignando i denti, la fine è ormai vicina. Le mascelle del Lupo simbolizzano anche la porta: esse si spalancano sia per provocare l’annientamento sia l’inizio di un’altra vita. Nel mito il Lupo Fenrir al momento del crepuscolo degli Dèi inghiotte Odino provocando il fenomeno naturale dell’eclissi. Ritroviamo “casualmente” cenni di questo occulto inghiottimento nelle fiabe dei Grimm, in particolare la più gotica delle fiabe: Cappuccetto Rosso. La storia è di un viaggio attraverso il bosco pericoloso (lo Zodiaco). La bambina-luna incontra, al termine del percorso di andata, un’ambigua figura lunare, bianca davanti, nera di dietro: è il lupo travestito sotto la candida cuffia della nonna. Nella fase declinante, che corrisponde al dialogo tra la bimba ed il Lupo, lentamente, a cominciare dalle orecchie, la cuffia bianca cade e il nero del Lupo emerge. L’inghiottimento descrive la bimba che scompare nelle fauci della notte. E’ il novilunio, la luna è occultata da sole. Da un taglio nella pancia del lupo dormiente, riappare finalmente la fanciulla con un bianco splendore (primo spicchio di luna). La dualità del simbolo non lo vuole esclusivamente foriero di distruzione, ma anche guida e luce infatti, il dio Apollo (dio della luce) è detto anche lukogenès, “nato da Lupo” e anche lo stesso Zeus è talvolta soprannominato lukios, “a forma di Lupo”. Da notare che il termine greco lukos e cioè Lupo è molto simile a lyké, “luce”. Non raramente lo si trova a custodia dell’oltretomba come Garm o Cerbero e, da notare come gli Egizi identificassero Anubi (dio dei morti) con un cane. Animale di guardia al mondo dei morti, ma anche guida nella notte oscura, il Lupo è la forza impulsiva che deve essere condotta per il meglio se non si vuole che prenda il sopravvento. Odino guida i suoi Lupi Geri e Freki nutrendoli con dei bocconi. Egli rappresenta lo spirito che domina la materia a suo piacimento. Entrambi i nomi significano “gola” e “cupidigia”. Cani e Lupi sono molto vicini in natura così come nella mitologia. Servirsi della forza del Lupo a scopi individuali e materiali è nocivo, in quanto il Lupo è legato (sempre per la sua dualità) sia alla dimensione celeste che tellurica, al contrario dell’aquila, simbolo indiscusso dei cieli. Intermediaria tra la Terra ed il cielo, questa conserva la sua natura reale “poco attaccata al suolo”, al contrario del Lupo che ne è perennemente ancorato e quindi soggetto a bassezze. Al Berserker (combattente speciale in veste lupina) era attribuito il potere dell’ Hammkammr ovvero del cambiamento di forma. Questo cambiamento poteva essere diretto, agendo sulla percezione degli altri ed alterandola, o poteva essere un esperienza esterna al corpo. Queste capacità facevano del Berserker una sorta di guerriero sciamanico che doveva le sue capacità al potere di controllo e di incanalamento che esso esercitava sull’ Ond, ossia l’”energia vitale dell’individuo”. Il carattere iniziatico di queste confraternite era legato al sistema magico con il quale si otteneva una sorta di trasformazione in belva, collegata ad un insieme di credenze relative all’acquisizione rituale dell’invulnerabilità (insensibilità al dolore; completa disinibizione rispetto all’istinto di conservazione). Non raramente molte delle iniziazioni includevano il “combattere nudi” per ottenere una sorta di “trance” chiamata Wut o antropofagia del quale ben poco è menzionato in ogni sorta di documento che ci possa aiutare. Solo un passo di San Giovanni (VI,56) corre in nostro aiuto dimostrando come l’antica tradizione sia stata adattata alla superstizione cristiana: “Colui che mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui…”. Non è quindi da escludersi che tale pratica fosse in uso. Quello che tuttavia è oramai rimasto sepolto in leggende, fiabe e foreste ritrova luce attraverso il “genio”. Il genio, come un isterico, mette insieme le idee in forme non convenzionali. La vita creativa, per un essere del genere si pone al di fuori della convenzione, spesso addirittura al di fuori della società umana; come l’übermensch nietzschiano, il genio obbedisce solo alla propria legge interiore. Egli è incompreso dal suo tempo e deve quindi vivere emarginato: il Lupo.

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